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La spinta e la forza che porta le persone ad agire: riflessioni sul concetto di motivazione


La motivazione è un fenomeno prima di tutto interiore: nasce “dentro di noi”.

In generale la motivazione può essere spiegata nei termini di una spinta per svolgere una certa attività e si può definire più precisamente come un processo o una serie di processi di attivazione dell’organismo finalizzato alla realizzazione di un dato scopo in relazione alle condizioni ambientali. Da tale processo dipende l’inizio, la direzione, l’intensità, la durata e il termine di una condotta da parte del soggetto (Rheinberg, 2003).

Essa concerne sostanzialmente il perché del comportamento e, quindi, le cause e il fine delle nostre condotte.

Il termine generico di motivazione viene riempito di significati di senso comune, ma in realtà si distingue da alcuni tra i moventi principali all’agire umano come riflessi, istinti, bisogni e pulsioni, che prevedono di fatto la presenza di livelli di complessità diversi fra loro. I riflessi, infatti, sono meccanismi innati, involontari e automatici, determinati su basi genetiche; sono il modo con cui l’organismo risponde in reazione a stimoli esterni od interni (Wanderlingh, Russo, 2011). Gli istinti rappresentano dei veri e propri propulsori di ogni condotta psichica in quanto capacità congenite e fisse di agire intenzionalmente; ad essi corrisponde una componente emotiva, che ne costituisce il nucleo centrale: ogni azione o comportamento in base all’istinto, è caratterizzato dal riconoscere qualcosa e dall’avere un sentimento nei suoi confronti, facendo sì che si tenda verso di essa o ci si voglia allontanare (McDougall, 1932). I concetti di bisogno e pulsione sono connessi fra loro ma non sono intercambiabili, poiché il primo è una spinta interna determinata da aspetti biologici, e l’altro è ciò che fornisce contenuto concreto alla spinta.

Un’importante classificazione del concetto di motivazione, poi, riguarda la motivazione intrinseca ed estrinseca. L’intrinseca ha a che fare con una spinta motivazionale che parte dal proprio interno, ossia dalla necessità di comprendere meglio date circostanze, di esplorare le possibilità offerte, di risolvere un dissidio interiore e di acquisire conoscenza ed esperienza circa il contesto in cui si vive. L’estrinseca, invece, necessita di un rinforzo derivante dall’esterno, per cui il soggetto si attiva quando sa che potrà ottenere un premio, una gratificazione o un riconoscimento, oppure quando potrà evitare una situazione frustrante come un rimprovero, una punizione o una censura sociale (Rheinberg, 2003).

La motivazione, dunque, coinvolge l’individuo a diversi piani di funzionalità: sotto l’aspetto biologico, fisiologico e psicologico. Si connota anche sul piano cognitivo in quanto realizzazione di un dato scopo. Parlando di condizioni ambientali, inoltre, si fa riferimento alla motivazione in base all’influenza socio-culturale; e, infine, essa è di fatto un processo, in quanto ha un inizio, una durata e intensità (qualità) e una fine (D’Alessio, Laghi, Pallini, 2007).


Bibliografia

Rheinberg F. (2003), Psicologia della motivazione, il Mulino, Bologna.

McDougall W. (1932), The Energies of Men, Methuen, London.

D’Alessio M., Laghi F., Pallini S. (2007), Mi oriento. Il ruolo dei processi motivazionali e volitivi, Piccin, Padova.


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