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L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE DEI DISTURBI DEL PAVIMENTO PELVICO FEMMINILE



Il pavimento pelvico femminile è rappresentato anatomicamente da un’area romboidale che si estende dalla sinfisi pubica al coccige. Rappresenta la parete inferiore della cavità addomino-pelvica ed interessa gli apparati urinario (vescica), genitale (utero e vagina) e digerente (retto e ano).

Il prolasso uro-genitale è una disfunzione del pavimento pelvico, che coinvolge sia la porzione muscolare di sostegno che la porzione connettivale di sospensione e consiste nella discesa verso il basso di uno o più organi pelvici. A seconda dell’organo interessato dal prolasso si può parlare di cistocele (vescica), isterocele (utero), rettocele (retto) o enterocele (anse intestinali).

Le cause del prolasso sono identificabili in alcuni fattori di rischio come la gravidanza ed il parto, il sovrappeso, l’attività sportiva di tipo agonistico o alcune attività lavorative, la bronchite cronica (tosse frequente) e la stipsi. [1]

La sintomatologia può comprendere: incontinenza urinaria, urgenza minzionale, tenesmo vescicale, disfunzioni sessuali come la dispareunia, incontinenza fecale e sindrome da ostruita defecazione.

Il percorso diagnostico-terapeutico è molto complesso, poiché richiede l’interazione tra diverse specialità mediche e l’istituzione di centri dedicati alla chirurgia del pavimento pelvico. [2]

Il corteo sintomatologico ha un notevole impatto sulla qualità della vita delle pazienti, pertanto accanto alle metodologie terapeutiche più invasive, oggigiorno viene riservata un’attenzione sempre maggiore allo sviluppo di diversi approcci cosiddetti “conservativi”, consistenti nella rieducazione e riabilitazione del pavimento pelvico.

Nello scenario attuale, accanto agli interventi di diagnosi e cura, la prevenzione assume una valenza maggiore, laddove riesca a raggiungere la comunità mediante il coinvolgimento dei singoli individui che potrebbero essere interessati dal fenomeno. [3]

In tale ambito, un ruolo fondamentale nella prevenzione dei principali fattori di rischio, come la gravidanza ed il parto, può essere svolto dall’attività integrata delle diverse figure professionali abilitate alla conduzione dei corsi di accompagnamento al parto ed alla nascita. [4]

Alcuni operatori del settore svolgono già una valida attività di promozione della riabilitazione del pavimento pelvico, inserendo in tali percorsi, oltre a contenuti informativi su base più prettamente scientifica dei meccanismi anatomo-fisiologici implicati nella patogenesi del prolasso uro-genitale, anche una parte illustrativa teorico-pratica di tutta una serie di semplici ed efficaci esercizi, mirati a preservare l’elasticità muscolare di quest’area.



1.Barbara Bodner-Adler, Chanda Shrivastava, Klaus Bodner: Risk factors for uterine prolapse in Nepal. International Urogynecology Journal-Nov 2007, Vol.18, pp 1343–1346.

2.C. Maher,K. Baessler,C.M.A. Glazener,E.J. Adams,S. Hagen: Surgical management of pelvic organ prolapse in women: A short version Cochrane review . Cochrane Database of Systematic Reviews 2007, Issue 3. Art. No.: CD004014. DOI: 10.1002/14651858.CD004014.pub3.

3.Piano Nazionale della Prevenzione,2010-2012- www.salute.gov.it

4. Progetto Obiettivo Materno Infantile-POMI D.M. 24/04/2000

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